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Santa Chiara: donna innamorata di Dio

Il racconto della volontaria del Servizio Civile

Il percorso scout (nel gruppo AGJSCI) che mi ha accompagnata dall’infanzia fino all’anno scorso, mi ha dato l’occasione di conoscere la figura di santa Chiara, nobil donna che decide di imitare san Francesco abbracciando la povertà. Oggi, 11 agosto 2021, in occasione della giornata dedicata alla santa di Assisi, propongo di riscoprire le tappe principali della sua vita.

Chiara nasce il 1193 ad Assisi, appartenente ad un’alta classe sociale, rinuncia alla nobiltà e alla ricchezza per vivere umile e povera, adottando la forma di vita proposta da Francesco d’Assisi. Dimostra forza d’animo nelle sue scelte quando sfugge al matrimonio organizzato dalla famiglia.

Infatti all’età di 18 anni, nella notte della domenica delle Palme del 1211, Chiara lascia la casa paterna e raggiunge segretamente Francesco e i frati minori presso la piccola chiesa della Porziuncola.

Qui Francesco la accoglie e, come gesto simbolico della sua devozione a Dio, le taglia i capelli, le fa indossare una tunica e la fa entrare nel monastero delle Benedettine. Dopo aver trascorso un periodo di qualche mese presso altre comunità monastiche, resistendo alle pressioni dei suoi familiari che non approvano la sua scelta, Chiara si stabilisce con le prime compagne nella chiesa di san Damiano dove fonda l’Ordine delle Clarisse.

Chiara viene descritta come una donna innamorata di Dio e questo amore, centro della sua vita, si rende visibile nell’attenzione e nella carità verso ogni persona. Rielabora la sua esperienza di vita in un testo scritto, la Regola, in cui sceglie di non possedere nessuna proprietà materiale e di vivere nella totale povertà associata alla fiducia nella Provvidenza divina. Questa Regola viene approvata da papa Innocenzo IV nel 1253 e ancora oggi viene seguita da molti monasteri di Clarisse. Chiara muore l’11 agosto 1253, due giorni dopo l’approvazione della sua Regola.

Santa Chiara è la prima donna nella storia della Chiesa ad aver composto una Regola scritta sottoposta all’approvazione del Papa.

Con essa riceve anche il cosiddetto “Privilegium Paupertatis” (cfr FF, 3279), cioè il privilegio della povertà, perché vuole restare libera da ogni compromesso con il potere per affidarsi completamente a Dio. Chiara e le sue sorelle riescono ad ottenere questa eccezione straordinaria rispetto al diritto canonico del tempo perché la chiesa riconosce nel loro modo di vivere “frutti di santità evangelica”.

Vorrei concludere con le stesse parole di benedizione che santa Chiara compose per le sue consorelle e che ancora oggi le Clarisse, custodiscono con grande devozione:

Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre Sorelle, e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre, e ora voi siate sempre con Lui. Amen” (FF2857).

                                                                                                                                                                                                                               Astrid Caleffa

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