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Sebastiana Papa: scrittura di luce

Dossier “Donna e bellezza” 7






 

 Io le dissi: “A chi appartieni tu, con codesta tua bellezza?”.

Ella mi rispose: “A me stessa, perché io sono l’Unica.


Sono insieme l’amore, l’amante, l’amato;


sono insieme lo specchio, la bellezza e il guardante“.


Abù Sa’id Abu L-Khair (mistico)


 


 


L’interrogativo di questa quartina è ripreso da un capolavoro d’arte femminile che ha come soggetto monografico la donna e porta il titolo: “Il femminile di Dio, riflessioni fotografiche sulla donna”.


L’autrice è la fotografa di fama internazionale Sebastiana Papa, che riporta 76 foto in bianco e nero, “scritte” con la sua macchina fotografica dall’obiettivo classico di 50 mm, nell’arco di circa 30 anni, dal 1960 al 1993.


In questo libro l’autrice utilizza appunto una scrittura di luce: foto-grafia; esercitando il suo sguardo femminile attento e umanissimo, riprende quello che vede senza approcci violenti, sfacciati, volgari.


 


Le sue fotonarrazioni fanno riferimento a mondi diversificati, ma accomunati dall’umanità a cui tutti appartengono. Vi è il mondo dei monasteri, delle cucine medioevali, dell’India e dei suoi problemi, della seta e delle stoffe, della mitologia e dell’amore, dei silenzi, dell’infanzia, del razzismo e dei campi di sterminio visti attraverso i superstiti, della prostituzione, della musica.


La sua ricerca appassionata la porta a puntare l’obiettivo verso la microrealtà dei volti, dei gesti, delle mani, degli atteggiamenti, del sorriso o del pianto.


Ma la sua passione non si ferma qui. Questa fotografa, sulla breccia ormai da anni, con la pazienza e con la dolcezza che la caratterizza, si mette a tavolino e “impagina” i propri libri e le proprie mostre con lo stesso stile e la stessa capacità di quando gira per le strade del mondo.


 


Ha esposto le sue fotografie in mostre tenute in diverse parti del mondo: da Calcutta a Gerusalemme, da Brasilia a Mosca, a diverse città italiane, sono solo alcuni luoghi che lasciano intuire quanti altri luoghi della terra Sebastiana abbia raccolto, attraverso la forma della scrittura che lei ha scelto, e narrato nei volti, nei gesti, nei sorrisi a volte spenti, nelle mani affettuose, nel lavoro quotidiano. I suoi libri, che esprimono un segno di raffinatezza, sono sempre accompagnati da brani di poesie, di testi classici, preghiere cristiane, indiane o islamiche, detti o proverbi scoperti sempre con piacere ed entusiasmo.


 


La Papa difficilmente lascia interviste perché dice: “Le mie opere parlano di me” e quelle opere per lei “sono come scrivere un libro – c’è un’idea, una struttura e una sintesi”.


Come donna racconta quel femminile di Dio attraverso le sue riflessioni fotografiche sulle donne, che sono sempre colte in un gesto, in un’azione, come la giovane palestinese che da da bere alla sua bambina, o le suore colte nelle varie occupazioni o le indiane che lavano i panni o il proprio uomo nelle torbide acque di un fiume o la donna che spacca la pietra o trasporta carichi pesanti.


 


Ogni suo scatto non consegna alla storia della fotografia un’immagine, per quanto drammatica o tecnicamente ben riuscita, ma una profonda riflessione sul vissuto femminile e sul frammento di divino che esso esprime.


La sua storia visiva, raccolta in tutto il mondo, narra le vicende vissute e sofferte di tutte le latitudini, senza distinzione di colore né di religione. Le donne, i bambini, le persone meno protette occupano il suo obiettivo, con i loro sguardi smarriti, con i loro corpi affaticati, con le loro espressioni impaurite, con le poche cose di cui dispongono, con il loro intenso quotidiano.


 


C’è un universale che è dato dall’ampiezza e dalla diversità delle immagini, ma soprattutto dall’intensità e dall’umanità dei diversi vissuti.


Narra la vita e ci restituisce immagini silenziose e profonde che coinvolgono e che invitano a fermarsi, per andare oltre la nostra frettolosa quotidianità che ci impedisce di vedere in profondità.


Guardando le sue foto la Papa commenta: “l’emozione con cui ho scattato la foto é la stessa che si coglie nella foto” e le sue foto mostrano il dettaglio poco visibile, il lato nascosto e quasi impercettibile della realtà:


 


La donna è il creatore dell’universo,


e l’universo è la sua forma;


la donna è il fondamento del mondo,


essa è la vera forma del corpo.


Qualsiasi forma prenda, maschile o femminile.


(Satisangama Tantra)


 


Per approfondire:


 


 


· Papa Sebastiana, Il femminile di Dio riflessioni fotografiche sulla donna 1960 – 1993, Roma Edizioni Fahrenheit 451, 1995.