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Rafforzare le capacità femminili

Dossier “Donna ed ecologia” 6






   





   Esiste una crescente consapevolezza dell’esigenza di rafforzare le capacità femminili di partecipare al processo decisionale ambientale, incrementando il loro accesso all’informazione e all’istruzione, specialmente nei settori delle scienze, della tecnologia e dell’economia.
 


L’Iran ha organizzato dei seminari sulla partecipazione femminile alla protezione ambientale, al fine di aumentare il numero di donne che lavora per salvaguardare le risorse naturali. Il governo iraniano ha, inoltre, istituito uno speciale dipartimento all’interno dell’Ufficio per la Formazione e la Programmazione della Protezione Ambientale, che lavora per promuovere il contributo alle attività di protezione ambientale delle donne che vivono nelle zone rurali.


 


Il Congo, il Mali e la Moldavia sono fra le nazioni che hanno realizzato dei programmi di formazione per aumentare la coscienza ecologica delle donne e per trasferire loro conoscenze sulle tecnologie e metodologie agricole.


La Germania ha sviluppato un progetto denominato “Ragazze per un’Europa Ecologica”, che motiva e aiuta le ragazze che desiderano essere coinvolte nel settore dell’ecologia.


La Giordania ha iniziato un’attività di formazione delle donne che vivono nelle campagne per istruirle sull’impiego appropriato di pesticidi e fertilizzanti, come pure nell’uso dei moderni metodi di irrigazione.


In Cina, una campagna annuale battezzata “I Lavori Verdi dell’8 Marzo” ha visto la partecipazione di circa 100 milioni di donne ogni anno. La campagna si concentra sulla riforestazione, sulla creazione di difese forestali e sulla conservazione idrica.


La Giamaica, con il sostegno dell’Agenzia canadese per lo sviluppo internazionale, ha lanciato un progetto chiamato “Alberi per il Domani”, che ha lo scopo di coinvolgere le donne in programmi per l’estensione agro-forestale.


In India, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), sostiene il Progetto Fognature, Acqua e Salute della Comunità, che insegna alle donne ad aggiustare le pompe e a prendersi cura delle pompe a mano. Le donne effettuano regolarmente la manutenzione e le riparazioni delle pompe necessarie ad assicurare la fornitura d’acqua per l’intera annata.


Tramite il sostegno offerto al Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo delle Donne (UNIFEM), il Canada ha reso possibile l’attuazione di un progetto in Mali per formare, equipaggiare e garantire l’accesso al credito a di alcune donne che hanno creato una discarica a Bamako, un’attività che attualmente raccoglie i rifiuti delle 18.000 persone che vivono nella zona.


La Tunisia ha lanciato un progetto pilota per combattere la desertificazione migliorando le condizioni di vita delle donne che vivono nelle zone rurali del paese. Il Mali e lo Swaziland rientrano anch’esse fra quelle nazioni che stanno sviluppando dei progetti per combattere la desertificazione grazie all’attiva partecipazione delle donne.


El Salvador sta fornendo assistenza tecnica per la produzione di 334.000 alberelli all’interno di serre di comunità di cui si occupano delle donne.


Il Canada, tramite la fondazione dell’Aga Khan, ha supportato il lavoro svolto in India da alcune organizzazioni femminili per rivendicare dei terreni resi improduttivi a causa dei danni dovuti alla salinizzazione del suolo.


Le donne hanno inoltre creato i propri club del risparmio, per garantire dei piccoli prestiti ai loro soci e per sviluppare nuovi progetti sull’acqua potabile.


Il legame tra povertà e degrado ambientale è chiaro.


L’attribuzione di potere e responsabilità ai poveri mondiali, la maggioranza dei quali sono donne, specie nelle zone rurali, è vista come una componente essenziale di ogni strategia per la conservazione ambientale.


 


 


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*Sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Donne 2000: uguaglianza dei sessi, sviluppo e pace per il ventunesimo secolo, New York, giugno 2000. Riferimenti: http://www.onuitalia.it/