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NESSUNA VOCE DAL CIELO

Sabato 8 giugno

Ore 10.00 – Conferenza
Tempio di Santa Corona
Contrà S. Corona, 2 – Vicenza
“Nessuna voce dal cielo:

tra il Battesimo di Gesù e il nostro, la fede al tempo dei cieli chiusi”

Lettura telogico-artistica della Pala del Bellini
Giuseppe Frangi, direttore di Vita non profit
Stella Morra, teologa



































E’ stato bello sabato mattina, 8 giugno, ritrovarsi nel tempio di S. Corona (ora splendido) tutti attorno alla Pala del Bellini, che mostra il Battesimo di Gesù, restaurata da poco.

Eravamo davvero in tanti, molti più del previsto, e diverse persone non hanno potuto vedere l’opera e contemporaneamente ascoltare Giuseppe Frangi e Stella Morra nella loro lettura artistico-teologica.

Un appuntamento di questo IX Festival Biblico realizzato dalla collaborazione tra il Centro Studi “Presenza Donna” ed il Coordinamento delle Teologhe Italiane (CTI) di cui è membro Stella Morra.
 Il dipinto del Bellini nella Chiesa di S. Corona
 Presentazione dell'evento  L'introduzione di sr. Federica Cacciavillani
 L'intervento di Giuseppe Frangi Dopo l’introduzione-presentazione di sr. Federica Cacciavillani, presidente dell’Associazione “Presenza Donna”, Giuseppe Frangi, direttore di Vita non profit, ha presentato l’opera artistica del Bellini con un’attenzione particolare alla vicenda storica del pittore e mettendo fortemente in risalto la sua grandezza unita alla sua umiltà. Grandezza ed umiltà che si ritrovano nella tela realizzata verso la fine della sua vita.
 molti gli ascoltatori attenti  Giuseppe Frangi
 In ascolto  Un'attenta partecipazione
Stella Morra, teologa molto attenta e stimolata al dialogo tra arte e fede, è entrata nel vivo della proposta tematica: “Nessuna voce dal cielo: tra il Battesimo di Gesù e il nostro, la fede al tempo dei cieli chiusi”. Il tempo in cui Bellini ha dipinto il Battesimo fa da cerniera tra il vecchio ed il nuovo, tra un vecchio mondo che non ci sarà più ed uno nuovo che appare quasi solo come seme… un tempo che assomiglia in un certo senso al nostro e proprio per questo diventa di particolare stimolo per noi.
 L'intervento di Stella Morra
 Molta attenzione  La riflessione della teologa Stella Morra
 Stella Morra  Un grande 'pubblico'

 
   
Una proposta molto significativa quella di Stella Morra, rispetto alla quale ha voluto rileggere e riproporre un testo di Von Balthasar che qui vogliamo riprendere: 

 

 “Può accadere talvolta che le compagini delle istituzioni temporali si allentino; esse sono veramente temporali, il tempo le divora e le logora, molte cose arrugginiscono, marciscono, devono essere sostituite; addentellati in apparenza solidi si staccano, lasciano intravedere la luce o anche il buio.
Gli Atti degli apostoli si concludono con un naufragio raccontato in modo diffuso e quasi divertito: il naufragio della nave di Paolo. Luca è perfettamente cosciente del simbolismo del suo racconto. La nave viene afferrata dal vento marino “e, non potendo più resistere al vento, abbandonati in sua balia, andavamo alla deriva” (At 27,15). La nave viene prima fasciata con le gomene, poi si butta in mare il carico, infine i marinai smontano l’attrezzatura e la gettano anch’essa in acqua (27,17ss.). “Ogni speranza di salvarci sembrava ormai perduta”. Paolo ha in sogno un avvertimento da trasmettere: «Non ci sarà alcuna perdita di vite in mezzo a voi, ma solo della nave”. Infatti questa si schianta, la prua si incaglia in una secca e la poppa si sfascia sotto la violenza delle onde. Chi sa nuotare si tuffa, gli altri si salvano su tavole o in spalla ai nuotatori (27,41-44). La situazione è esattamente escatologica: la struttura come forma esterna va in frantumi, ci si può salvare solo guadagnando terra sui rottami… “Salvaci, Signore, siamo perduti!», gridavano anche i discepoli nella barca di Pietro (Mt 8,25). L’uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia – «cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa” (Mt 7,24s.) – è l’uomo che ha confidato sulla roccia che è Cristo. Egli troverà la tavola di salvezza che lo porterà a riva, e questa saranno forse le spalle di uno che sa nuotare”
(citazione tratta da Gloria di H. U. von Balthasar)

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