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Letterina di Natale da una volontaria del Servizio Civile

L’arrivo di Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
Anche quest’anno, l’8 di dicembre è stato il giorno dedicato alla preparazione
dell’albero di Natale e del presepe. In questo particolare giorno dell’anno io
e mia sorella siamo decisamente elettrizzate, in famiglia tutto ciò che è
decorazione e creatività viene svolto con la massima allegria e passione!
Eppure quest’anno qualcosa è cambiato, molte cose negli ultimi tre mesi in
realtà. C’è stato un momento, appendendo le palline all’albero, in cui ero
assorta; forse ascoltando le musiche natalizie ho avuto modo di lasciar
viaggiare la mente, specialmente con la canzone “Why couldn’t it be Christmas
everyday?”… Già, perché non potrebbe essere Natale ogni giorno? parlo del vero
Natale! Un giorno speciale da vivere nella condivisione con gioia, fratellanza
e specialmente uguaglianza. Ho pensato e ripensato ai protagonisti degli
articoli che ho letto nelle riviste del centro studi, alle loro storie, ai loro
traumi e alle loro privazioni; la verità è che mi sono sentita inadeguata a
vivere il Natale, per la prima volta ho pensato realmente a chi è molto più
sfortunato di me e mi sono quasi sentita a disagio per la fortuna immensa che
ho; c’è chi la famiglia l’ha persa cercando di arrivare in un paese che potesse
offrire opportunità di vita migliori, c’è chi non sarà in festa finché non
affronterà il trauma di un abuso vissuto, c’è chi il Natale lo passerà col
freddo e in solitudine su un marciapiede aspettando un “cliente” dopo l’altro. Credimi
Babbo Natale, non sto parlando di buonismo, sono umana anche io e di sbagli ne
ho fatti veramente tanti, ma sto parlando di coscienza. Nonostante la tristezza
sono stata contenta di averci pensato davvero, di essermi sentita coinvolta! Solitamente ci si chiede: “Ma noi cosa possiamo farci?”… Non la vedo più come una domanda ma semplicemente come indifferenza. La cosa migliore che potremmo mettere
sotto l’albero è giusta informazione, documentazione, educazione e soprattutto
rispetto. Trasmettendo questo forse non si migliorerà la vita di queste persone
in questo preciso momento, ma se lo diamo in eredità a più persone,
specialmente ai più piccoli, matureranno sicuramente un bene che potrebbe
cambiare persone e chissà, intere culture magari e certe situazioni in futuro
potrebbero essere dimezzate se non estinguersi. In parte credo di aver imparato
una bella lezione e questo è stato possibile specialmente grazie al mio servizio a Presenza Donna, nonostante
molte volte sia stata presa dallo sconforto leggendo le storie di Blessing, di
Fatima, di Tiziana, di Noemi e di tante altre vittime della violenza e della
discriminazione. Allora caro Babbo Natale quest’anno vorrei che donassi questo
messaggio di speranza a tutti noi, personalmente non so nemmeno io se sarò
coerente fino in fondo, ma ti prometto che il mio impegno non mancherà!

Tua
Laura

Vi lascio una canzone per un sereno Natale… Auguri a tutti!