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La voce credente. Possiamo ancora dirci cristiani? Enzo Bianchi, monaco

In cerca di radici. Voci a confronto, Vicenza 2005





 Enzo Bianchi  

“Possiamo ancora dirci cristiani? Questa domanda, che fornisce il titolo alla mia riflessione, esige certamente una risposta; quest’ultima però, a sua volta, è possibile solo se si comprende bene cosa significhi oggi dirsi cristiani. Se i cristiani sono uomini e donne contraddistinti dalla fede – cioè da un’adesione attiva a Gesù Cristo confessato come Signore –, appartenenti a una comunità che vive nel mondo, ma che conosce la sua epifania più vera nella prassi dell’Eucarestia domenicale, allora occorre riconoscere con onestà che oggi, nella vecchia Europa, noi cristiani siamo soltanto una minoranza. E dobbiamo aggiungere che la nostra società non è più cristiana, ma è piuttosto una società plurale, con una grande componente di indifferenti al cristianesimo e, più in generale, a ogni fenomeno religioso; una società in cui si registra anche una presenza di appartenenti ad altre religioni e spiritualità, tra le quali emergono sempre di più i credenti dell’islam.


In questo orizzonte sociale in cui la presenza islamica appare forte, efficace, talvolta anche minacciosa, alcuni non-credenti, in una logica di rafforzamento della propria identità debole e – va detto – perseguendo anche una strategia politicamente utilitaristica, hanno affermato con insistenza, soprattutto negli ultimi mesi, che noi «non possiamo non dirci cristiani», anzi non possiamo non dirci cattolici, riproponendo con altri accenti la famosa affermazione di Benedetto Croce.”…