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“In memoria di lei”: piccolo diario di pellegrinaggio


























PICCOLO DIARIO DI
PELLEGRINAGGIO NELLA TERRA DEL SANTO

“IN MEMORIA DI LEI”

18-25 agosto 2013

DOMENICA 18

Verso una terra duale.

Ci ritroviamo un po’ assonnati ma emozionati alle ore 4.30, presso l’abbazia di Sant’Agostino, e partiamo da Venezia alla volta di Tel Aviv via Vienna. Contrariamente ai pellegrini dei secoli passati, e in particolare alla pellegrina Egeria che ha compiuto il viaggio nella Terra del santo nel IV secolo, possiamo usufruire di un mezzo di trasporto molto più veloce e sicuro che in poche ore ci fa toccare la terra di Israele, dove Dio ha parlato al suo popolo e dove Gesù ha camminato con le donne e gli uomini del suo tempo.


                                                          

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Mashabei, trovando alloggio presso il
locale kibbuz; scopriamo così che, davvero, dove c’è l’acqua anche il deserto
fiorisce e la vita è possibile.


LUNEDÌ 19

Tutta la giornata si è svolta nel deserto. Abbiamo visitato i resti della
città nabatea di Advat e scoperto come le carovane che percorrevano le grandi
distanze dovevano essere formate di molti uomini, cammelli e asini: infatti per
sopravvivere nel deserto l’unica possibilità è quella di non essere soli.Si
impara a dipendere gli uni dagli altri e a rispettare i tempi di tutti.


Molte delle vicende narrate nell’Antico Testamento si sono svolte nel
deserto; è proprio in questo luogo che Dio ha parlato al suo popolo, agli
uomini, ma anche alle donne di Israele. Qui infatti si sono svolte le vicende
personali di Sara e della sua schiava Agar, entrambe madri di grandi popoli e
discendenze, entrambe benedette da Dio che ha protetto i loro figli Isacco e
Ismaele. È proprio alla sorgente di Ein Avdat che scopriamo l’importanza
dell’acqua nel deserto, e come questo luogo sia diventato il rifugio di Agar e
di suo figlio Ismaele. Anche Presenza Donna ha
voluto tornare alle sorgenti che hanno dissetato Agar…

                          


MARTEDÌ 20 AGOSTO

Questo è stato forse il giorno più difficile. Ci siamo infatti «inabissati»
nella depressione del Mar Morto e abbiamo visitato anzitutto la fortezza di
Masada. Qui dal 67 al 70 d.C. vi fu la rivolta giudaica contro l’esercito
romano: 920 ebrei del gruppo degli esseni resistettero per tre anni, ma alla
fine furono sconfitti. Piuttosto che essere ridotti in schiavitù preferirono
morire, lasciando in vita solo due donne e due bambini affinché potessero
raccontare ciò che era successo. Ancora oggi, per Israele, Masada è una ferita
aperta e un luogo di forte identità nazionale. Ecco la strada e la funivia che portano alla fortezza, e un
plastico della fortezza medesima.

            

Il pranzo si è
svolto, invece, in un luogo estremamente significativo: si tratta della
sorgente di Ein Gedi dove ha preso vita il bellissimo libro del Cantico dei
Cantici, il canto d’amore dell’amato e dell’amata, ma anche il canto d’amore di
Dio per l’umanità. Ein Gedi significa «sorgente del capretto»e mai nome fu più
appropritato. Ci troviamo di fronte a quattro cascate, l’una superiore
all’altra, che si inerpicano sulla montagna. Per poterle visitare ci
arrampichiamo lungo le scalinate che sono state poste sul percorso; ci sentiamo
anche noi dei capretti in cerca dell’acqua di vita.

Nel pomeriggio ci rechiamo a Qumran e Gerico; verso sera arriviamo a
Gerusalemme, la città della pace. Quando, dopo l’ennesima curva del pullman, la
vediamo distendersi sotto i nostri occhi, l’emozione è forte anche per chi
aveva già avuto la fortuna di visitarla in passato.

MERCOLEDÌ 21 AGOSTO

La giornata la passiamo prevalentemente a Gerusalemme visitando molti
luoghi significativi della vita di Gesù: la chiesa di Sant’Anna, la piscina
probatica, la Via dolorosa, il Santo Sepolcro, il Monte degli ulivi, la grotta
del Padre nostro, il Getsemani. È importante e significativa la visita a
Betania, il luogo dell’amore amicale, dove Gesù amava sostare e riposarsi a casa
delle amiche Marta e Maria e dell’amico Lazzaro.

                                           


GIOVEDÌ 22 AGOSTO

Giornata dedicata a Betlemme. Oggi la città dove nacque Gesù si trova
al di là del muro che Israele sta costruendo per dividersi e difendersi dalla
Cisgiordania. Dobbiamo pertanto passare attraverso il check point per poter
entrare in città. Qui la visita è particolarmente significativa. Ci rechiamo
alla Basilica della Natività, la chiesa originale più antica rimasta nella
Terra del Santo, e vediamo il luogo che ricorda la nascita di Gesù e la
mangiatoia dove fu deposto. Anche la grotta dei pastori ci ricorda questo evento unico e
irripetibile nella storia, il Dio che si fa Uomo.

Nel pomeriggio incontriamo le suore Elisabettine del Caritas Baby Hospital
e le suore Dorotee dell’Istituto Effetà. Eccoci tutti assieme a suor Lucia
davanti al Caritas Baby Hospital.

VENERDÌ 23 AGOSTO

Proseguiamo il nostro pellegrinaggio sulle strade della Samaria,
mettendoci sulle tracce della samaritana che incontra Gesù al pozzo di Sicar.
Arriviamo al pozzo originale esistente ancora oggi e beviamo l’acqua fresca
sentendoci veramente ristorati.Quella che vedete (sotto, a sinistra) è la chiesa della samaritana; non possiamo darvi
un’immagine del pozzo perché non ci è consentito fotografare.

Proseguiamo per Sebastya, venerato luogo della sepoltura di Giovanni
Battista. Qui visitiamo anche il sito archeologico che sta tornando alla luce
dopo scavi lunghi e faticosi e che possiamo ammirare in tutta la sua bellezza. Oggi la città è completamente musulmana; noi arriviamo di venerdì,
giorno festivo per i musulmani, e i bambini vestiti a festa ci salutano
simpaticamente!

     

Nel tardo pomeriggio proseguiamo per l’ultima tappa del nostro
pellegrinaggio: destinazione Nazareth.


SABATO 24 AGOSTO

Il primo appuntamento del giorno è la visita alla chiesa dell’Annunciazione
eretta in ricordo del «sì» detto da Maria, fanciulla di Galilea. Vediamo anche i resti di abitazioni che ci fanno capire con precisione
come si svolgeva la vita domestica ai tempi di Gesù e come può verosimilmente
essere vissuta la Famiglia di Nazareth. Questa città, infatti, oltre ad essere
preziosa per l’annuncio dell’angelo a Maria, lo è anche perché conserva i passi
della vita ordinaria e nascosta di Gesù, dei suoi primi trent’anni, vissuti
come chiunque altro in attesa che il suo tempo si compisse.

Dietro la chiesa dell’Annunciazione c’è una chiesa più piccola, quella
di San Giuseppe, che ricorda proprio la Santa Famiglia e che ripropone san
Giuseppe come figura fondamentale per Maria e Gesù.

                                                           

Le tappe finali del nostro pellegrinaggio ci vedono visitare due
luoghi molto cari a Gesù: Cafarnao e il Lago di Tiberiade. Qui si è svolta
molta della vita pubblica di Gesù, perché si tratta di due luoghi d’incontro
fra molte genti a testimonianza che il Cristo è venuto per incontrare ogni
uomo, in ogni posto. Anche noi abbiamo attraversato il lago con la barca, come fece Gesù
molte volte, assieme ai suoi amici.

DOMENICA 25 AGOSTO

Concludiamo il nostro andare con la visita al Tabor. Sarebbe bello
restare, ma come è successo per i discepoli, non possiamo rimanere; è tempo di
tornare alla nostra vita quotidiana, al nostro «Nazareth» che ci attende e che,
ammettiamolo, un po’ ci manca…

                                          


Non possiamo concludere senza un omaggio a chi ha animato tutto il
pellegrinaggio!

GRAZIE SR. FEDERICA, DONATELLA, DON DARIO E DON RAIMONDO!

      


Signore, ti vogliamo ringraziare per questo pellegrinaggio, per aver
chiamato ciascuna/o di noi per nome e averla/o invitato a camminare con Te
nella tua terra, resa Santa per sempre dalla Tua presenza e dalla Tua vita.


Ci siamo sentiti accompagnati e abbiamo tentato di guardare e di
vedere con i tuoi occhi e con il tuo cuore. Indossando il tuo sguardo abbiamo visto segni d’amore e di speranza, li
abbiamo colti, capiti, incontrati.


Daniela, sr Alicia, Geries, pietre vive che abbiamo incontrato, si
sono sentite chiamate e come Maria hanno risposto «sì». Un «sì» che le sta
portando su percorsi difficili e inattesi, su vie che sembrano senza uscita;
nonostante questo dalle loro parole abbiamo capito che si sentono accompagnate
da Te, insostituibile compagno di viaggio, che rendi bello e unico ogni
incontro, che dai dignità e pienezza ad ogni situazione.


Anche noi oggi ti sentiamo più vicino; questo ci incoraggia a tornare
al nostro Nazareth, alla nostra vita quotidiana a volte così semplice e banale, ma sempre così preziosa per Te. Il nostro passo è oggi più sicuro: la tua mano stringe forte la nostra
e ci guida nelle gioie e nelle fatiche di ogni giorno.


Oggi, inoltre, sappiamo una cosa in più: quando saremo stanche e
sfiduciate e la nostra vita ci sembrerà sbagliata o inutile, torneremo al pozzo
di Sicar dove Tu, un giorno, incontrasti la samaritana, e attingeremo a
quell’acqua fresca che ci ha ristorato, ritornando così a sentirci avvolti in
un abbraccio universale, pieno soltanto del Tuo amore infinito.


Francesca Nardin

Carlotta Andaloro