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DONNE PER GLI ESODI

Preghiera in occasione della festa della donna. 9 marzo 2009















Nel decimo anno in cui viene realizzata la preghiera in occasione della festa della donna, siamo state accompagnate dalle donne dei primi due capitoli dell’Esodo, quelle che di fatto con le loro scelte hanno reso possibile la nascita e la crescita di Mosè, colui che Dio ha mandato a liberare il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto.


Queste figure femminili sono state presentate attraverso le meditazioni della teologa uruguayana Maria Teresa Santiso, morta nel giugno 2001, che lei fece in occasione della Conferenza Mondiale della donna, a Pechino, nel 1995, per il Consiglio Mondiale delle Chiese.


Nel tempo forte della Quaresima, il tempo per preparare e prepararci alla Pasqua, ai passaggi, agli esodi… diventa significativo proporre queste figure bibliche; come pure tenendo conto della storia che stiamo vivendo: tempo di fatica, di contraddizione, di deserto da attraversare per andare verso terre promesse di liberazione, di fraternità, di riconciliazione…

 



 


 

Un’assemblea numerosa e partecipe si è lasciata illuminare e provocare dalle donne per gli Esodi: alle donne di ieri è stata affiancata la testimonianza di una donna che oggi, assieme a molte altre sta costruendo percorsi di liberazione nella sua terra schiavizzata in tanti suoi aspetti dalla malavita, la Locride, in Calabria.


Cristina Briguglio è la presidente della Cooperativa Hermes, una delle cooperative nate nella Locride, grazie all’azione pastorale del vescovo Mons. GianCarlo Bregantini (ora a Campobasso), molte delle quali hanno proprio delle donne alla loro guida.


Cristina Briguglio ci ha raccontato la nascita della sua e loro esperienza come resistenza civile e responsabile alle logiche di morte presenti in quella terra, come forma di lotta per far attecchire e crescere le logiche di vita.


Cristina con altre donne ha intrapreso un percorso comune per contribuire allo sviluppo sociale e culturale del territorio, per favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, volendo portare all’esterno i valori etici e la volontà del cambiamento.


Al termine della testimonianza Cristina ha consegnato un segno a tutti i presenti: un sacchettino riempito con l’essenza al bergamotto, come fece due anni fa Mons. Bregantini, che profumò gli olii santi con qualche goccia di bergamotto e li donò alle diocesi di Italia, sperando di trasmettere così il profumo della loro terra. Sulla confezione hanno messo il peperoncino, che simboleggia il  carattere della gente di Calabria, pungente, difficile, focoso, ma che è anche molto utile, perché con il peperoncino una volta venivano conservati intatti i cibi. E poi la mimosa, questo fiore tenero e solo apparentemente fragile,  che in Calabria indica la fine del brutto tempo e l’inizio della  primavera.


Le donne che hanno lavorato a questo prodotto hanno scelto di  riutilizzare le competenze che la tradizione sociale e culturale in cui sono cresciute affidava loro (il taglio e il cucito), per farsi imprenditrici di se stesse, fondando una cooperativa sociale e donando anche parte del loro tempo per insegnare a giovani diversamente abili (soprattutto ragazze), questo mestiere, nella speranza, di creare opportunità lavorative, di crescita e integrazione sociale.

 


 



Canticodanza, con Matilde Gianesin,

ha concluso la preghiera con la danza di Maria,

la sorella di Mosè ed Aronne,

che assieme alle altre donne

ha cantato al Signore il grazie

per la liberazione dall’Egitto

dopo l’attraversata del Mar Rosso.

Un auspicio carico di speranza

per tutte le liberazioni che attendiamo

e vogliamo preparare.