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Donne ed ecclesiologia

Dossier “Donne e chiesa” 3

 







   Secondo la teologa Michelina Tenace dalla comprensione che la Chiesa ha di se stessa nelle varie epoche, viene fuori la comprensione che la Chiesa ha della donna e del suo ruolo.

Guardando al ruolo delle donne nella Chiesa si può facilmente constatare che, a livello normativo, vale a dire il diritto canonico, si pone su modelli di esclusione:


       Can 230, 1: sull’esclusione delle donne dal lettorato e dall’accolitato,


       Can 1024: sull’esclusione dall’ordinazione,


       Can 767, 1: sull’esclusione dalla predicazione omiletica,


       Can. 1420, 2 e 1421, 1: sull’esclusione dal vicariato giudiziario e dalla funzione di giudice diocesano,


mentre nei testi del Magistero spesso viene ricordato che “la donna è posta a far parte della struttura vivente ed operante del cristianesimo in modo così rilevante che non sono forse ancora stare enucleate tutte le virtualità” (Paolo VI, Discorso alle partecipanti al Convegno Nazionale del CIF, dicembre 1976) e che “la femminilità appartiene al patrimonio costitutivo dell’umanità e della Chiesa” (Lettera alle donne,  n. 12).


 


La Tenace ripercorre i concetti di Chiesa nella storia individuando 4 passaggi:


 


1.   La Chiesa dei primi secoli, dove Cristo e il Suo messaggio erano percepiti come novità assoluta: la salvezza è venuta per ogni creatura, senza alcuna discriminazione (non c’è più giudeo, né greco, non c’è più schiavo, né libero, non c’è più uomo né donna), quindi la donna è protagonista della salvezza alla pari dell?uomo. In questa fase si vede un’enorme quantità e diversità di forme di servizio, con un’estrema fluidità in modo da coprire tutti i bisogni dei fratelli. Non c’era quindi solo il diaconato per le donne.


 


2.   Dopo il IV secolo, la Chiesa è identificata con l’Impero: fa sua l’urgenza di costituirsi come forza unificante di tutto il mondo sotto un solo Dio, una sola fede, una sola comunità, un solo capo. Nell’impero la forza viene dal potere; anche la Chiesa conquista e cristianizza con la spada, ma le donne non entrano nelle categorie della conquista delle terre e della guerra, esse rimangono a casa. Nello stesso tempo, e per tutto il Medioevo, viene affermata l’urgenza di separare il sacro dal profano: fioriscono i monasteri e il monachesimo dove le donne, come gli uomini, si distinguono per la santità, il coraggio e la fecondità ecclesiale della loro carità. La scena del mondo è guidata fuori dagli uomini, ma dentro (case e monasteri) dalle donne.


 


3.   Dal Concilio di Lione (XIII secolo) al Concilio Vaticano I, l’accento è posto sulla Chiesa come Istituzione: vi sono richiami sempre più pressanti all’autorità, alla Tradizione fino alla proclamazione del dogma dell’infallibilità. E’ il tempo in cui nascono gli Stati e matura la Rivoluzione francese; un tempo in cui la Chiesa difende la sua identità di società indipendente, di istituzione sociale con leggi proprie. In questi secoli, la presenza delle donne nella Chiesa è legata alle opere di promozione umana a favore dei poveri, ammalati (v. congregazioni religiose e loro carismi).


 


4.   La chiesa del Vaticano II: comunione e sacramento di unità. E’ un’immagine di Chiesa che dice insieme l’unità (del corpo) e la diversità (dei membri). Vi è il passaggio, almeno teorico-concettuale, dalla Chiesa gerarchica piramidale, alla Chiesa popolo di Dio-comunionale. Ed è nella chiamata a costruire la comunione nella diversità che le donne trovano oggi il loro posto nella Chiesa e possono portare lo specifico del loro essere. Infatti, dal punto di vista strutturale le donne possono aiutare molto la Chiesa a passare dallo schema piramidale a quello comunionale per la loro attitudine a creare legami, a considerare la vita come un insieme di relazioni più che come un quadro di regole, per una più grande familiarità alle relazioni orizzontali, a rete, rispetto a quelle verticali che indicano gerarchie di ruoli.


 


 


Per approfondire:


Gruppo donne e Chiesa di Bergamo (a cura di), Percorsi femminile nella Chiesa, Ed La Porta, 1999