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Bellezza e Parola

Dossier “Donna e bellezza” 1

 







 

 


 La bellezza porta al mistero dell’amore, della fede. Essa fonda le sue radici nella Parola di Dio e scorre nella scrittura come un fiume, ora sommerso e silenzioso, ora dirompente e vistoso.


La bellezza è ripartita e diffusa tra gli esseri dell’universo: alberi, animali, montagne, astri, dei quali Dio stesso proclama la bellezza: “Dio vide che era cosa buona/bella(Gn 1,4). La bellezza si condensa sulla creatura umana, rivestita di maestà e di splendore: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona!(Gn 1,31).


L’uomo e la donna sono bellezza e meraviglia strutturale, creature fatte in modo miracoloso, plasmate nel segreto, ricamate, intessute nelle profondità della terra (Sal 139).


 


 







   La creatura umana è fragile come una canna, eppure capace di conoscere e di amare, di quell’amore stesso che si china su di lei. “Quando contemplo il cielo, la luna e le stelle che hai fissato nell’alto, io mi chiedo davanti al creato: cos’è l’uomo perché lo ricordi? Cos’è mai questo figlio dell’uomo perché tu abbia di lui tale cura?(Sal 8).

Per l’uomo e la donna Dio pianta un giardino in Eden e quando si allontanano Dio risveglia in loro la nostalgia della bellezza; promette un “paese bello, dove scorre latte e miele(Es 3,8) e si propone come pastore che conduce ad acque tranquille, a valli verdeggianti. Porta ad una bellezza ospitale, simile ad una mensa imbandita, ad olio versato sul capo, a calice che trabocca. Anche se il cammino si dispiega per valli oscure, la presenza dolce avvolge la vita intera e infonde pace e sicurezza (Sal 23).


Pascoli verdeggianti, acque tranquille sono in netto contrasto con la terra bruciata e assetata del deserto di Guida. Ma nella terra donata dal Signore, Israele conosce un miracolo che si rinnova con le piogge di autunno e di primavera. Il deserto viene ricoperto di verde e la terra bruciata si trasforma in deserto fiorito. La bellezza fiorisce nei deserti dell’anima quando la Parola scende e come la pioggia feconda, porta frutti di grazia , di accoglienza, di amore.


All’umanità intrisa dal male, distrutta dal diluvio, caduta nella miseria, Dio pone un segno di bellezza luminosa: un arcobaleno, un ponte tra il cielo e la terra, una strada per una nuova creazione protetta dalla benevolenza divina (Gn 9, 12-13).


Fatta ad immagine e somiglianza di Dio la creatura umana è capace di vedere bellezza e di diffonderla. In Esodo donne luminose di sapienza sanno vedere secondo Dio: Sifra e Pua, i cui nomi alludono alla luce e alla irradiazione (Es 1,15), si uniscono per salvare la vita nel suo fiorire.


 


 







   Una donna madre, in una situazione di persecuzione e di paura, sa vedere la bellezza del figlio e inaugura un’era di salvezza: “Un uomo della casa di Levi si sposò con una donna della stessa tribù. La donna concepì e diede alla luce un figlio e vedendo che era molto bello lo tenne nascosto” (Es 2,1-2). Questa donna celebra la bellezza del figlio con le stesse parole con cui Dio conferma le sue creature: “Vide che era molto bello!“.

Ancora una donna, Miriam, la sorella di Mosè, esprime bellezza liberando il  suo corpo nella danza, nella grazia del movimento. Dopo il passaggio del Mar Rosso canta e danza con entusiasmo, coinvolgendo l’intero corteo femminile a cantare e danzare in onore della vittoria di JHWH. Una profezia che si esprime nella musica, nel canto, quasi a dire che l’insegnamento più sublime è quello che raggiunge il cuore e fa sgorgare la lode. “Prese in mano un timpano: dietro di lei uscirono donne con timpani, formando cori di danze(Es 15,20).


Mosè preso dalla nostalgia della sorgente della bellezza prega. “Fammi vedere la tua gloria(Es 33, 18) e le creature umane invocano la bellezza: “fa spendere su di noi il tuo volto e saremo salvi(Sal 79); “risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto(Sal 4).


 


 







 

 


Dio viene incontro a questa invocazione, guarda le sue creature con occhio di tenerezza, di compassione e progetta di mostrare in pienezza il suo volto di luce. Nel Figlio di Dio “noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità(Gv 1,14). È venuto tra noi “il più bello tra i figli dell’uomo, sulle sue labbra è diffusa la grazia(Sal 44). È apparso il volto di una persona libera che risponde al rifiuto dell’amore con l’audacia di chi dona tutto; diffonde grazia e bellezza nei suoi gesti di liberazione dal male, nelle parole di perdono senza confini, nell’incontro che risolleva la dignità ferita, nell’amore infinito donato gratuitamente. Il volto sfigurato dell’innocente inchiodato sulla croce, si trasfigura nel giardino della risurrezione dove si ricrea la relazione perduta dell’origine. La bellezza umana nella donna Maria, chiamata per nome, risponde alla bellezza divina di Gesù, riconosciuto come il Maestro, che manda ad annunciare il mistero della vita, finché la vita si diffonda su tutta la terra e la storia della salvezza possa schiudersi nell’immagine radiosa della “donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo(Ap 12, 1).