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Presentazione “Alice nel paese delle domandine”, Monica Sarsini


Libri di donne sul filo della vita
Alice nel paese delle domandine


 


 

 
Il secondo appuntamento con “in punta di penna” è cominciato in realtà prima della classica serata nella sede dell’associazione.

Monica Sarsini, infatti, nel pomeriggio ha presentato il suo “Alice nel paese delle domandine” anche nel carcere di Vicenza. Una ventina di volontari esterni e amici dell’associazione si sono riuniti insieme ad oltre quaranta detenuti, per ascoltare l’esperienza di scrittura e libertà che il libro racconta e testimonia.

Ringraziamo davvero Massimo Cassan e Il lembo del mantello (servizio segno della Caritas diocesana) e soprattutto don Agostino Zenere, cappellano del carcere (nonché responsabile Caritas e vicario cittadino), per aver appoggiato e dato forma a questa occasione d’incontro unica. Di quel paio d’ore naturalmente non restano foto, ma il ricordo di una grande intensità e partecipazione.
 
        

 

In serata la presentazione ha avuto luogo come di consueto nella sede di Presenza Donna, e l’appuntamento è risultato “sold out” anche stavolta…
grazie per la numerosa partecipazione!

In dialogo con la fiorentina Monica Sarsini abbiamo ascoltato Massimo Cassan e Barbara, giovane volontaria di Hope mail (servizio segno della Caritas diocesana, una rete di corrispondenza epistolare per quei carcerati che non hanno contatti all’esterno), mentre per imprevisti motivi di salute non abbiamo potuto incontrare Francesca Stivan,
giudice di pace.

 
     
 
Un’introduzione generale alla situazione delle carceri italiane, una realtà drammatica ancora troppo distante dal comune sentire, ha lasciato poi spazio al libro, che raccoglie gli scritti delle detenute del carcere femminile di Sollicciano (Firenze) che hanno partecipato ai laboratori di scrittura creativa tenuti da Monica Sarsini all’interno del carcere. Alice è il nome (fittizio) di una fra queste donne, obbligate a fare i conti, per qualsiasi richiesta o bisogno, con le famigerate “domandine”.

Monica ci ha raccontato la sua esperienza non programmata né ricercata, e che però dura da ormai quattro anni e manifesta l’importanza di essere insieme, di costruire relazioni e progetti, per dare vita ad un tempo che altrimenti rischia di essere il tempo del niente.
 
       
 
«La cosa bella che è accaduta è che donne obbligate e compresse a vivere insieme, donne di culture e religioni diverse, che vivono nelle gelosie, negli abusi e nell’aggressività, sono riuscite a stemperare queste tensioni attraverso la scrittura» ci ha spiegato Monica Sarsini.

«La scrittura fornisce una regola, educa ad avere una disciplina, è un binario importante da percorrere. […] All’interno del laboratorio, poi, si impara ad aver coscienza del silenzio, dell’ascolto reciproco, delle diverse individualità… e da qui si può giungere anche a un’amicizia sincera».

Sr. Naike, che affianca Monica Sarsini nella conduzione di questi laboratori di scrittura e che ha propiziato l’incontro, ha letto alcuni intensi brani del libro.

Quasi tutti i racconti toccano i sensi di chi legge parlando di carcere e della vita al suo interno: «era ed è assolutamente necessario che loro ci facciano sapere qualcosa di un mondo su cui siamo tenuti completamente all’oscuro», ha puntualizzato Monica, e davvero questo libro è un’occasione preziosa per fare luce e dare spazio sia alle ingiustizie subite sia alla grande dignità di queste persone.