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Pagine di santità scritte con la vita

“Un tesoro non può restare nascosto”: vocazione di giovani, santi nella quotidianità

L’ufficio di Spiritualità
della Diocesi di Vicenza in collaborazione con l’USMI, con diverse congregazioni e ordini
di religiosi e religiose e gruppi ha promosso l’incontro Pagine di santità scritte con la vita tenutosi sabato 23 marzo 2019
presso il Centro Onisto di Vicenza, durante il quale si sono conosciute più da
vicino le figure di Claudio Contarin e don Franco Galvanetto nati
precocemente al cielo che hanno vissuto un’esperienza di fede singolare, impegnata,
concreta e creativa. I loro diari (ripubblicati per l’occasione grazie al contributo 8 per mille) hanno raccontato in modo intimo, riflessivo e
provocante di come entrambi hanno vissuto la terra riconoscendola come un luogo
luminoso dove vivere felicemente.

Ecco che, se penso a
Claudio e a don Franco, mi specchio nella ricerca di senso che caratterizza
anche la mia vita di giovane, tensione che si placa solamente laddove riesco a
dialogare con Dio nella verità: Gesù, infatti, incontra chi lo cerca nella
normalità della propria esistenza, giorno dopo giorno, sino a far sentire che
solo in quel luogo la vita può avere pienezza, in nessun’altra realtà. “Sorridi: il sorriso ti renderà più bello;
prega: la preghiera ti fortificherà; ama: così potrai gioire della vita”.
Frasi dense di una semplicità bella e profonda che ha
reso le vite dei due giovani vicentini stelle luminose cui guardare nei momenti
di più bui. Entrambi cresciuti in famiglie “normali”, credenti, sembrano aver
incarnato quei concetti che Papa Francesco non manca di ricordare in nessun
documento del suo pontificato: nell’esortazione apostolica Gaudete et Exsultate
(GE 140-146) del marzo 2018 si legge che “La santificazione è un cammino comunitario; (…) i santi sono uomini e
donne belli e felici che irradiano una lucente gioia di vivere; (…) la santità
è la pienezza dell’umano”.
L’essere giovani uomini incamminati verso la
santità del quotidiano
quella “santità della porta accanto” che solamente
pochi riescono a scorgere – mostra come per Claudio e don Franco “essere santi”
voglia dire vivere una vita autentica, vera, umana, a contatto con la sua
stessa complessità e fragilità. Ai loro coetanei, (e allo stesso modo a noi
oggi) non hanno chiesto di essere perfetti, ma significativi, vivi, nel
servizio, nella preghiera, nella comunità, sempre protesi verso un futuro che ricercasse
una santità inedita, tutta da immaginare, vivificante.

Molto interessanti le riflessioni proposte dalla Pastorale giovanile diocesana e da don Dario Vivian, che hanno dato voce alle domande di senso di tanti giovani emerse dal Sinodo e che interpellano la comunità cristiana adulta. Ma come giovane donna mi
sento fortemente provocata soprattutto dalle riflessioni che sono state tracciate sui
rispettivi diari da Claudio e don Franco, mi chiedo come posso a mia volta
interpellare la vita perché tenda il più possibile ad una santità bella, concreta,
vissuta nell’oggi, abitata nella “postura della gioia”. Crescere con uno
slancio verso l’Alto e verso l’altro dona pienezza all’esistenza, alla mia,
come a quella di quanti scelgono di camminare nella comunità ecclesiale che,
radicata nel territorio e nel mondo, non può sottrarsi dalla continua ricerca
di autenticità nell’esperienza di fede. Chi vive alla sequela di Cristo non può
che essere plasmato della sua bellezza singolare
, per esserne espressione
vitale e dono in ogni relazione, perché se è vero che nessuno di noi nasce
santo, è altrettanto vero che ciascuno, da Cristo, può essere santificato. 

 Lara
Iannascoli