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Nel cuore delle relazioni.

A confronto con Brigida di Svezia

PROFILO BIOGRAFICO


 Brigida di Svezia


 


                                                                             Chiara Magaraggia*


 


Brigida di Svezia, mistica pellegrina d’Europa


Credo che molti di noi, nell’apprendere la proclamazione delle tre sante patrone d’Europa da parte del papa, si siano sentiti un po’ stupiti.


Brigida, chi era costei?


Lo stesso nome, da noi poco diffuso, è indice di una popolarità limitata. Ma basta varcare le Alpi e la frequenza delle Birgitte, Brigitte, ecc. testimonia una ben diversa popolarità.


Nel disegno del pontefice, i santi prescelti come patroni d’Europa  si devono proporre quali figure reali ed emblematiche, cerniere fra popoli, etnie, culture, aree geografiche diverse:


·        Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale, il conservatore dell’antica civiltà, colui che ha dato uguale dignità alla preghiera e al lavoro;


·        Cirillo e Metodio, gli evangelizzatori della Russia, trait-d’-union tra cattolicesimo e mondo ortodosso;


·        Edith Stein, esemplare legame con l’Ebraismo, motivo di perenne riflessione sulla Shoa;


·        Caterina da Siena, infaticabile apostola di carità e battagliera sostenitrice del ritorno del pontefice nella sede di Roma.


E Brigida? Leggiamo un passaggio dalla Spes Aedificandi:


“In particolare, poi, essendo le terre scandinave, patria di Brigida, distaccate dalla piena comunione con la sede di Roma nel corso delle tristi vicende del secolo XVI, la figura della Santa svedese resta un prezioso ‘legame’ ecumenico, rafforzato anche dall’impegno in tal senso svolto dal suo ordine.” (cap. 5).


E ancora: “E’ conosciuta come mistica e fondatrice dell’Ordine del SS. Salvatore, ma non bisogna dimenticare che la prima parte della sua vita fu quella di una laica felicemente sposata con un pio cristiano dal quale ebbe otto figli.” ( cap. 4).


Ecco, Brigida è tutto questo, ma è anche molto di più.


Una donna medievale, contemporanea di Dante e Petrarca, pienamente immersa nel suo tempo, ma donna  veramente moderna, proiettata “profeticamente” in un futuro da frontiera.


Una donna di dimensione europea: forte, determinata, pellegrina instancabile per le vie dell’Europa e del Mediterraneo, da Santiago di Compostela a Roma, da Assisi a Monte Sant’Angelo fino a Gerusalemme e alla Terrasanta, in un’epoca in cui il viaggio era rischioso e avventuroso per tutti, figuriamoci per le donne!


Una donna immersa nelle vicende politiche della sua Svezia, dell’Europa, della Chiesa.


Una donna che fu profetessa e mistica e che volle scrivere le rivelazioni ricevute.


Una donna che ispirò nuove iconografie all’arte figurativa, alla pittura in particolare: la popolarissima immagine del Bambino Gesù, posto tra Maria e Giuseppe inginocchiati ai lati, deriva proprio dalle sue visioni, così come diventa popolare il soggetto delle nozze mistiche, spesso da lei evocato.


 


(…) Si racconta che la madre sia scampata ad un naufragio presagendo di essere destinata a dare al luce ad una figlia eccezionale.


E’ ancora bambina quando cominciano a manifestarsi a lei numerose visioni sacre, così che a soli dieci anni “vede” la Passione di Cristo, come accadrà tante altre volte negli anni successivi.


Secondo le consuetudini del tempo, nel 1316, a soli tredici anni, è data in sposa ad Ulf, un giovane nobile e pio di due anni maggiore di lei; sarà un matrimonio fecondo e felice, da cui nasceranno otto figli. quattro maschi e quattro femmine, amatissimi da Brigida che li seguirà assiduamente anche dopo il suo trasferimento a Roma; una delle figlie, Caterina, sarà sempre accanto alla madre e, come, lei, sarà canonizzata.


Sono anni intensi anche nella carità: Brigida fonda un piccolo ospedale in cui cura di persona ferite e ascessi. Se consideriamo come nel Medioevo le piaghe fossero considerate, in quanto infette, segno e causa di impurità e, come tali, da evitare, appare ancor più sorprendente e innovativa la sua scelta. Contemporaneamente si prende a cuore il caso di alcune prostitute, che sorregge economicamente e che si impegna di sistemare attraverso onesti matrimoni.


Sono questi gli anni in cui comincia a frequentare assiduamente il monastero cistercense di Vadstena, sul lago Vattern, assimilandone a pieno la severa spiritualità: tale luogo diventerà il cuore del suo Ordine.


E’ una donna ancora giovane, ma di grande saggezza, quando nel 1335 è chiamata alla corte di Stoccolma per essere la consigliera della nuova regina Bianca, da poco sposa del re Magnus. Il prestigioso incarico testimonia la stima e l’autorità di cui Brigida gode nel paese, anche se nell’ambiente di palazzo, con i suoi lussi e le ricchezze, essa si sente profondamente a disagio.


Nel 1341, per festeggiare i venticinque anni di matrimonio, i due coniugi intraprendono un lungo pellegrinaggio con destinazione Santiago di Compostela: è in questa occasione, attraversando la Francia, che essi hanno modo di venire a contatto con la sanguinosa realtà della Guerra dei Cent’Anni. Il viaggio è durissimo, soprattutto per Ulf, che, al ritorno, stremato, si ritirerà nel monastero di Alvastra, dove morirà poco dopo, nel 1344. E’ in questa dolorosa occasione che Brigida ha una visione, in cui Cristo le rivela: “Tu sarai la mia sposa e il mio portavoce, tu vedrai e udirai cose spirituali e segreti celesti e il mio spirito rimarrà con te fino alla morte”.


Il gesto da lei compiuto è assai significativo: rinuncia pubblicamente all’anello nuziale, come segno di un radicale cambiamento di vita, per dedicarsi all’ascesi, alla profezia in povertà, rinunciando ai beni di famiglia. Non sceglie tuttavia la clausura, per poter mantenere quella libertà negli spostamenti e negli incontri che farà di lei un’apostola e una rivelatrice a conclusione dei Vangeli (le parole le sono suggerite da Cristo stesso).


Tale terminologia, in bocca ad una donna del Medioevo, rasentava davvero l’eresia. Eppure è proprio nei secoli XIII e XIV che si moltiplicano in Europa e in Italia le visioni e le rivelazioni da parte di numerose mistiche. (…)


 


Saranno molto combattute le procedure che porteranno alla sua canonizzazione, avvenuta nel 1391; soprattutto le Revelationes saranno più volte contestate e messe in discussione. Ancor oggi nella Spes Aedificandi si legge: “La Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore … Anche le esperienze dei grandi santi non sono infatti esenti da quei limiti che sempre accompagnano l’umana recezione della voce di Dio” (cap. 5^).


Ed è proprio questa sospensione di giudizio a rendere, paradossalmente, ancora più moderna ed affascinante la figura di Brigida, donna di fede e di libertà, santa, ma non inquadrabile. Proprio per questo in lei l’utopia sembra possibile.


 


 






* CHIARA MAGARAGGIA è nata a Vicenza, città dove abita e in cui insegna letteratura italiana e storia, presso l’Istituto Magistrale Sperimentale “Don Giuseppe Fogazzaro”. Si interessa di storia, di poesia, di arte, di cinema ed è impegnata in varie associazioni culturali.  E’ membro del Comitato Scientifico dell’Associazione C. D. S. “Presenza Donna” e collabora ad alcuni periodici e giornali, fra cui il Bollettino di Monte Berico, Il Giornale di Vicenza e la rivista Vita Nuova, con articoli di carattere storico e culturale. Nel 1998 ha pubblicato per l’Editrice Veneta il volume C’era una volta il Mille. 


 


Indice degli Atti in allegato 


 


Intervento di mons. Pietro Nonis  , Vescovo di Vicenza


 


PROFILO BIOGGRAFICO


Chiara Magaraggia




A CONFRONTO CON BRIGIDA DI SVEZIA



Aija Kaartinen, Pastora della Chiesa Evangelica Luterana Finlandese


 

DIBATTITO