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MARCELLA DELL’AVENTINO. FORZA E DEBOLEZZA DI UNA PRESENZA

Convegno 2006

Un’amica che ha partecipato al Convegno, svoltosi quest’anno a Breganze, in occasione dell’Anno Centenario, ci offre i suoi spunti di riflessione, gli interrogativi, le sue emozioni.

 

Da qualche anno ormai faccio parte del gruppo AM.OR  di Breganze – Casa Mater Amabilis e posso dire che considero una grazia l’averlo conosciuto.

Tra i mille impegni quotidiani e il continuo bersagliamento dei media non è facile, se non si è aiutate, mantenere uno stile di vita cristiano ed un certo equilibrio mentale. Nel gruppo infatti, di volta  in  volta  si riprende ossigeno,  si rinsalda  il  proposito  di  essere  fedeli  alla  propria  identità femminile e si al-mentano le energie per continuare ad essere nella quotidianità un riflesso dell’amore di Dio che è padre e madre. Que- sto   avviene  attraverso il  confronto con  diverse


figure femminili: bibliche, storiche e attuali, con la lettura della Bibbia e riflet-tendo sulle realtà della vita che noi stesse, come donne, viviamo.


E proprio di una donna, “Marcella dell’Aventino”, abbiamo fatto conoscenza nel XXIII Convegno dei Gruppi AM.OR che si è svolto il 6 Maggio a Bre-ganze presso la Casa Madre.


Questa figura femminile ci è stata presentata con com-petenza e passione dalla teologa Cristina Simonelli, esperta del pensiero di teologi e scrittori cristiani dei primi secoli, chiamati Padri della Chiesa.

Di Marcella dell’Aventino, aristocratica cristiana del quarto secolo dopo Cristo, che fu donna di vasta e raffinata cultura, mi ha appassionato l’avidità di imparare, specialmente di conoscere le Scritture sacre e la determinazione a cercare chiarimenti per le cose che non capiva, tanto da avere il coraggio di avvicinare Girolamo e di coinvolgerlo nel “circolo” femminile che lei aveva saputo creare attorno a sé, costituito da donne vedove come lei o nubili, che condividevano con lei l’interesse alla S. Scrittura e la scelta di uno stile di vita cristiano.

Quante volte, invece, io mi accon-tento di conoscere le cose in modo sommario?


Un altro aspetto affascinante di Mar-cella è la sua capacità di essere ama-bilmente autorevole, riuscendo così ad ottenere che persino Girolamo, studioso di grande competenza nelle Scritture, che nel parlare sapeva incantare, ma aveva un carattere impulsivo ed iracondo, trovandosi davanti ad una donna come Marcella, stesse in guardia, temendo di essere da lei disapprovato.


Ora mi chiedo: e io, quanto riesco ad essere incisiva?


Mi ha particolarmente incuriosita il fatto che di Marcella non è rimasto nessuno scritto e che è solo grazie alle lettere di Girolamo a lei indirizzate e ad altri suoi scritti, che la si è potuta conoscere.


Di quante donne, che con il loro agire  hanno  inciso nella storia, non ci sono notizie?


La sensazione generale è che noi donne dobbiamo sempre ricominciare tutto da capo, forse proprio perché ci manca una memoria storica del cammino spirituale e culturale delle donne.


Nella riflessione di gruppo, che ha seguito l’esposizione della Simonelli, si è detto che spesso “dietro ad un grande uomo, c’è una grande donna”.






C’è da chiedersi:


Quanto è voluto o imposto questo nascondimento  delle donne? Può sempre bastare essere presenti per suggerire o è necessario a volte scendere in campo come donne in prima persona?


Per quanto mi riguarda, sento di avere la responsabilità di testimoniare con la mia vita Cristo risorto e, come donna, moglie e madre, lo posso fare, partendo dalla mia famiglia, educando all’acco-glienza, alla giustizia, alla pace e all’amore per la Parola.


Di tutto il Convegno l’emozione più  forte è stata per me deporre un mazzo di calle sulla tomba di Madre Giovanna durante la preghiera conclusiva. Non so perché è toccato pro-prio a me, ma mi sono sentita ancora una volta graziata.


                                                                                                         Tania Leonardi