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LA PAROLA AD ELISA SALERNO

CONVEGNO “DONNE E CHIESA”





   

Il Centro Documentazione e Studi “Presenza donna”, sabato 29 ottobre 2005, ha promosso un interessante Convegno su Elisa Salerno (1873-1958), scrittrice e giornalista cattolica vicentina,  dal titolo: Donne e Chiesa. Le questioni poste da Elisa Salerno, le ‘risposte’ di Giovanni Paolo II.


 







 


In questo rapporto, donne-chiesa,  il pensiero della Salerno può costituire un significativo punto di convergenza perché la Causa santa della donna che con estrema passione porta avanti, è fondata sull’intuizione, profetica per quel tempo e quella cultura, della necessità per la chiesa e per la società, di ridare alla donna quel ruolo che Dio stesso ha stabilito nell’atto creativo: di essere cioè,  per usare il suo stesso linguaggio, la compagna che Iddio ha dato all’uomo, per elevarlo nelle regioni della pietà, della giustizia e della pace. E questo non solo in ambito familiare, ma anche sociale ed ecclesiale.


Il Convegno è stato un tentativo di ‘consegnare’ Elisa Salerno alla sua Chiesa di Vicenza e alla Chiesa universale, habitat naturale entro il quale ha vissuto, militato, scritto, provocato a modo suo una riflessione non sempre compresa, dato il tempo e la cultura di allora, ma che oggi può costituire un apporto corposo e significativo da raccogliere, valorizzare e collocare nel cammino di apertura della chiesa ai laici, alle culture, alle problematiche sociali, politiche e religiose che fermentano nel mondo.


Elisa non è semplicemente scrittrice è prima di tutto lavoratrice del pensiero e per questo la sua grandezza non si coglie solo nelle cose che dice, benché già esse rivelino intuizioni e prospettive impensate, ma nell’aver compreso che la chiesa e la società non progrediscono se manca la presenza, l’apporto, il pensiero e il lavoro delle donne. Da qui la sua forte esigenza di esserci dentro le situazioni, nei luoghi dove il pensiero viene elaborato e attuato: “La mia idea sarebbe questa: collaborazione della donna, nel governo dei popoli, in armonia con l’uomo. Collaborazione piena, sistematica, incorporata, in tutti i gradi del potere, dai minimi ai massimi”.

 

Da dove trae il fondamento, la ragione ultima di questa, diciamo così, ‘rivendicazione’ del diritto delle donne ad esserci, e ad esserci in modo autorevole, in tutte le dimensione della vita sociale ed ecclesiale? Dalla stessa legge di Dio, dalla Sacra Scrittura e dagli insegnamenti dei Santi.


Al nipote Antonio raccomanda: Ritieni sempre che l’anima non vuol essere nutrita di cibi materiali né si appaga di onori e ricchezze, ma il pane ch’ella vuole è Dio e la Sua Giustizia (Ric. VIII). Se poi mi chiedi come si debba fare per mantenere ed accrescere la giustizia, ti dirò che i mezzi più propri sono: la Parola di Dio, la preghiera e la Santissima Comunione (Ric. IX).


La forza di scardinare o rimuovere quelle situazioni che lei sente stagnanti nella Chiesa ma anche nella società in riferimento al ruolo della donna, la trova nella lettura attenta e approfondita della Parola di Dio che antepone a qualsiasi altro riferimento: “La donna avrà giustizia quando trionferanno la verità ed il diritto. Nel cattolicesimo l’avrebbe già avuta se fosse stata adottata, a suo riguardo, invece della filosofia di Aristotele, la sublime, perfettissima filosofia del Vangelo”.


Ed è proprio dallo studio e dalla meditazione appassionata della Scrittura che la Salerno abbozza una nuova antropologia rispetto a quella classica, di cui la Summa teologica di S. Tommaso ne è l’espressione più completa, la cui lettura, come confiderà al suo direttore spirituale, fu causa per lei di una profonda crisi di fede.


Alla teoria del “maschio occasionato”, con la quale la Summa definisce la donna, Elisa risponde con il commento di alcuni versetti del primo capitolo del libro di Genesi che narrano la creazione della coppia umana e che fondano l’uguaglianza di natura e di dignità tra Adamo e  Eva, tra l’uomo e la donna: “Che la donna sia stata posta al vertice della creazione lo dimostra il fatto per ben due volte la Triade Santissima si è riunita in consiglio: “Due volte la creazione della donna fu oggetto del consiglio della Triade Sacrosanta”. La prima“Insieme con l’uomo quando Iddio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza…, e lo creò maschio e femmina”. La seconda quando disse: Facciamogli un aiuto simile a lui”.


Non solo: la donna non fu tratta dal fango, come per l’uomo, ma dalla costola di Adamo: “Non era necessario che Eva fosse tratta da Adamo, lo fu per divina operazione”.


Nel suo testo “La donna in San Paolo” prosegue la riflessione affermando che, come Dio ha in sè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, così il termine uomo comprende tanto il maschio che la femmina e nessuna è inferiore all’altra né l’una più divina dell’altra: “Come non è possibile né lecito attribuire ad una delle Persone divine più divinità che alle altre, così neppure è possibile né lecito attribuire l’intelligenza più all’uno che all’altro dei due membri della coppia umana”.







   

Lo scopo per cui Elisa scrive non è però solo quello di aiutare la chiesa, gli uomini e le donne del suo tempo, a comprendere la natura e il compito della donna e di promuoverne la partecipazione in tutti gli ambiti socio-ecclesiali del suo tempo: il fine ultimo che si prefigge, come lei stessa si esprime, è quello di fare un pò di bene, a se stessa e all’umanità. Perché si possano raggiungere i fini umani e il bene supremo, luoghi su cui è impegnata anche la Chiesa, è necessario che l’uomo e la donna collaborino, si uniscano in quella ‘coniugalità sociale’  che li fa essere, insieme, immagine di Dio, coppia che pensa e agisce unificata dallo stesso ideale, quello di portare anime e cuori a Gesù Cristo, promuovere la giustizia e la pace secondo i principi cristiani e la dottrina della Chiesa. Solo così sarà possibile l’avvento di una nuova Pentecoste!


 Sr. Michela Vaccari