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La mia esperienza DAD

Buongiorno a tutti!
Mi presento, sono la maestra Sabrina ed insegno in una meravigliosa classe prima di 16 piccoli alunni quasi “digitali” e vorrei raccontare la mia esperienza di didattica a distanza. 
In questo periodo di lockdown, dopo un primo momento di incertezza e sconcerto, ho dovuto adeguarmi e rimboccarmi le maniche, tornare a mia volta una piccola alunna, seguire webinar, tutorial, corsi online, spogliarmi delle mie vecchie vesti ed imparare a diventare un’insegnante “digitale”.  Fino a pochi mesi fa questo mondo per me era un optional, un qualcosa di cui disporre ogni tanto, ora è diventato una realtà con cui convivere ogni giorno, fino a quando questa emergenza non avrà fine.
La DAD, con i suoi meets, lezioni sincrone e video lezioni asincrone, ha costellato e “monopolizzato” questo periodo surreale coinvolgendo non solo gli alunni ma anche le loro famiglie che a loro volta hanno dovuto districarsi tra account istituzionali, registri elettronici, scaricare e caricare compiti e materiali didattici e sono stati “fondamentali e indispensabili” affinché le attività scolastiche potessero proseguire.
Ma mai, come in questo periodo, ho capito quanto sia bello ogni mattina andare a scuola e, al suono della campanella, accogliere i bambini nella propria aula un po’ malconcia, dove i cassetti della cattedra a volte non si aprono, dove gli armadietti non si chiudono bene, dove le pareti hanno perso il loro colore originario prontamente ricoperte da cartelloni colorati, disegni dei bambini, lavoretti creati in classe e lettere dell’alfabeto ovunque. Mi manca il rumore di una matita che cade, di una pagina del “Libro Magico” che viene girata, mi mancano le voci dei bambini mentre lavorano e che ti riempiono di domande a volte impertinenti, mi mancano i loro occhi curiosi e, perché no, anche i loro pianti che si consolano in un lampo, mi manca vederli correre in giardino, i loro sguardi, i loro litigi, i loro abbracci. “Maestra quanto mi sei mancata”! e mi mancano i loro insegnamenti: eh già quanto imparo anch’io da loro!
Questo periodo mi ha dato la conferma che la vera scuola è quella che crea comunità, socializzazione, scambio, condivisione, confronto, che dà stimoli e apre la mente, dove la spontaneità, il “carpe diem”, l’attività non prevista ma nata dall’esigenza del momento sono fondamentali per una didattica efficace e proficua, dove anche il bambino più debole viene “letteralmente” preso per mano e accompagnato nel suo percorso. 
Mi auguro che a settembre si possa tornare in quelle aule, magari rimodernate, e ricominciare con un bagaglio arricchito di esperienza digitale ma anche e soprattutto con la consapevolezza che la vera scuola è quella che si fa in classe.  
Sabrina