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In azione contro la discriminazione di genere

Un incontro per i volontari del Servizio Civile Nazionale

Ieri pomeriggio noi volontari del Servizio Civile Nazionale ci siamo trovati per uno dei tanti incontri di formazione generale del mese di novembre, questa volta qui a Vicenza, a Presenza Donna. Nel programma di formazione era previsto anche una presentazione dell’ente a cura della volontaria di Presenza Donna, ossia della sottoscritta! Non vi nascondo quella che è stata la mia agitazione in vista di questa giornata tanto speciale… Ma vi dirò che è stata un’esperienza estremamente gratificante! 
Nelle due ore a disposizione ho proiettato un video di presentazione dell’associazione a cura della redazione di Telechiara, dove viene riassunta in maniera molto esplicativa la realtà di Presenza Donna.

Presentando un ente che prende a cuore le realtà di chi purtroppo è vittima di pregiudizi razziali e sessuali, come non poter parlare di discriminazione culturale e di genere? Per coinvolgere maggiormente i volontari ho presentato loro due attività, nella prima dovevano descrivere, divisi in due gruppi, la giornata tipo di una donna musulmana e di una rumena con tanto di disegno per sottolineare il loro aspetto fisico e per vedere come viene stereotipato, facendoli riflettere attraverso la visione di due video: in uno l’esempio di donne musulmane in marcia per la pace e nell’altro la vita dell’atleta rumena Nadia Comaneci esempio di ribellione e coraggio, sfatando i loro pregiudizi sul quale potevano essersi basati.

Nella seconda attività invece abbiamo giocato a “indovina chi viene a cena”; i volontari avevano a disposizione un disegno con un tavolo e quattro sedie vuote scegliendo chi invitare fra undici personaggi differenti (extracomunitaria, donna musulmana, ecc…) e una volta scelto chi invitare a cena ho svelato loro le identità dei personaggi. Molte persone che avremmo stereotipato erano atleti/e oppure celebrità mentre chi avremmo considerato come personaggi più mansueti erano persone con precedenti penali. Infine da questa consapevolezza ci si pone il quesito più logico: Da cosa nascono le discriminazioni e quali sono quelle più vicine alla nostra realtà? Da qui è emerso il dibattito sulla nostra quotidianità e sulla discriminazione di genere riflettendo sulla pubblicità, costruita su miti e stereotipi, la quale fornisce istruzioni su come dovrebbero apparire donne e uomini, sull’educazione dei bambini fin da piccoli con l’idea del “mamma casetta” per le bimbe e delle macchinine per i bimbi, riportando infine esempi positivi di una realtà che vuole cambiare a partire dalla Disney, amata da grandi e piccini, dove cominciamo a vedere Merida che combatte per la sua indipendenza, Rapunzel che salverà lei stessa il suo amato, e l’antagonista Malefica che risveglierà la principessa Aurora con un bacio del vero amore in versione materna. Nella nostra realtà pensiamo per lo più a ciò che c’è di sbagliato nelle culture altrui con la tendenza a generalizzare, ma non ci accorgiamo che anche noi aspiriamo nella maggior parte dei casi a miti e stereotipi che ci vengono imposti dal mondo dei media, dove le donne devono apparire desiderabili per un potenziale pubblico maschile, e dove gli uomini sembrano esclusivamente quelli che tornano a casa dal lavoro in attesa delle cure domestiche della propria moglie. Noi non siamo questo e non dobbiamo per forza esserlo, non c’è uomo che non possa piangere e che non possa dedicarsi alla moda, come non c’è donna che non possa giocare a calcio e odiare i fornelli. Se impariamo a esserne consapevoli e a educare i nostri figli all’uguaglianza, certamente non avremmo la tendenza a plasmare i nostri falsi miti nella nostra società e in quella altrui, e il mondo sarebbe certamente un posto migliore.

“La cultura non fa le persone. Sono le persone che fanno la cultura. Se è vero che la piena umanità delle donne non fa parte della nostra cultura, allora possiamo e dobbiamo fa sì che lo diventi.” (Chimamanda Ngozi Adichie – Dovremmo essere tutti femministi)
 


A cura di Laura, volontaria del Servizio Civile Nazionale a Presenza Donna