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E se domani…

Le volontarie di Servizio Civile universale a confronto con la realtà dell’oratorio

Sabato 19 ottobre 2019, presso il Centro Giovanile di Bassano del Grappa, le volontarie di Servizio Civile Universale del progetto Con-TATTO, a fianco di minori e donne, senza confini delle sedi di Villa Savardo e Presenza Donna si sono ritrovate per partecipare al convegno “E se domani… sogni e visioni sull’oratorio” con l’intento di comprendere meglio il ruolo formativo dell’oratorio come spazio della comunità, attenzione concreta al “noi” di oggi e di domani. L’incontro – promosso da NOI Associazione Vicenza, in collaborazione con la Pastorale Giovanile diocesana e la rete di Oratori Fuori – ha costituito il secondo ed ultimo partenariato delle giovani impegnate nell’anno di Servizio Civile con NOI Associazione.
 
Dopo il lancio della giornata con la riflessione biblica di Gigliola Tuggia a partire dal versetto degli Atti “i vostri giovani avranno visioni, i vostri anziani faranno sogni” (At 2,17), si sono susseguiti gli interventi di Giovanni Petrini – amministratore responsabile – e Veronica Iotti – junior poject manager di On Srl, fondata nel 2017 su iniziativa di un gruppo di persone (tra cui l’imprenditore sociale Johnny Dotti) unite dalla volontà di potenziare la capacità generativa delle comunità per renderle sempre più interdipendenti nel creare benessere, per sé e per gli altri. Il primo, mediante un contributo video, ha presentato in che cosa consista il concetto di “generatività sociale” – idea strettamente connessa con il patto educativo che ogni comunità deve avere in se per potersi determinare in futuro. A questa prima introduzione si è collegata, poi, Veronica Iotti per presentare alcune linee guida che la comunità dovrebbe seguire per attivarsi e riscoprire i talenti e il potenziale inconscio dei ragazzi che frequentano gli oratori: la rotazione dei ruoli di gestione e la presenza di persone che abbiano dai 20 ai 30 anni; la creazione e la custodia di “luoghi belli” da abitare e vivere tutti assieme; la cura della comunicazione sia all’interno che all’esterno della comunità, per raggiungere ogni obiettivo in modo consapevole e condiviso; la presenza di educatori professionisti che si spendano per dar vita e sostenere un patto educativo comunitario.
 
Dopo la pausa ha preso la parola Antonia Chiara Scardicchio, pedagogista e ricercatrice presso il Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università di Foggia, la quale ha aiutato a riflettere sulla dimensione del sogno, mettendone in luce sia gli aspetti positivi (qualora il sogno del singolo aiuti a crescere seguendo una direzione nella vita) che quelli negativi (quando invece il sogno del singolo o nella comunità interferisce con quello di altri, ostacolandoli). Riprendendo alcuni spunti lanciati all’inizio della mattinata, la Scardicchio ha sottolineato come sia vitale nell’esistenza di una persona – a partire dalla più tenera età – avere delle relazioni che ne permettano la formazione identitaria, creando una coscienza critica e favorendo esperienze integrali volte alla piena realizzazione del sogno più intimo e profondo.
 
Gli stimoli per gli educatori e quanti collaborano alla vita degli oratori nella diocesi, dunque, non sono mancati: la sfida sarà ora quella di mettere in pratica quanto ascoltato, al meglio delle capacità di ciascuno, affinché gli oratori continuino ad essere spazi di relazione e crescita come nella loro originaria vocazione, e nel mondo dell’educazione non si trascuri mai la creatività, potenziale primario per innescare processi generativi.
 

Lara Iannascoli
 
 
 
 
 
 Le volontarie al termine del convegno bassanese